Cassinate – ESCLUSIVO: La testimonianza shock della donna sopravvissuta con il proprio neonato alle fiamme lungo la S.Elia-Vallerotonda
Venerdì abbiamo dato notizia del violento incendio sviluppatosi tra i comuni di S.Elia Fiumerapido e Vallerotonda che ha rischiato di mietere vittime lungo la Provinciale, dove due auto sono rimaste pericolosamente intrappolate tra fiamme e fumo alimentati dal vento e dove una donna è riuscita miracolosamente a mettersi in salvo insieme al suo bambino di pochi mesi.
Una notizia che, complice la velocità ed il format che impongono il target di riferimento e le caratteristiche della comunicazione “social” non ha fotografato come avrebbe dovuto la realtà dei fatti.
Poteva essere una tragedia, che ha lasciato negli sfortunati protagonisti un trauma difficilmente rimarginabile, per una storia che la donna, una madre di 28 anni, ci ha raccontato e che noi volentieri pubblichiamo.
Lo facciamo per dare giustizia a questi protagonisti, anche all’automobilista che ha rischiato la propria vita per quella altrui, per far riflettere le istituzioni, ma anche per smuovere le coscienze di quei tanti piromani che quotidianamente si adoperano per portare in cenere il nostro patrimonio boschivo, per malattia o per propri interessi personali.
«Un uomo che aveva la macchina dietro la nostra ha tentato la retromarcia ma non si poteva. E’ sceso dalla macchina, ha preso sua figlia e ha urlato anche a noi di scappare prima che accadesse il peggio. Il vento ha buttato fiamme e fumo verso di noi … ho corso per 300 metri nel fumo con la cenere nei polmoni. Non si distingueva più né cielo né asfalto. Avevo in braccio il mio bambino di nove mesi mentre mia madre trascinava correndo la mia bambina di tre anni che urlava: Mamma non ce la faccio. Che ne sapete delle fiamme che mi hanno bruciato le braccia e delle urla di mio figlio per il calore sul viso. Usciti dal fumo aveva il viso completamente rosso. Devo ringraziare quell’uomo che messa in salvo sua figlia si è rituffato nella nube di cenere e fiamme per salvare i miei bambini. Io sono ancora sconvolta perché i miei bambini stavano morendo in quel fumo. Stanotte ho rivisto tutte le scene di questa mancata tragedia. Mancata perché un’impavida manciata di persone è stata scaltra e ha portato in salvo i propri figli. I soccorsi non sono arrivati nonostante io avessi detto ai pompieri della presenza di tre bambini che hanno respirato fumo per 300 metri. Ho ancora addosso la sensazione delle fiamme che mi bruciano il braccio sinistro, il respiro affaticato di mio figlio e le urla di mia figlia. Ora dobbiamo solo dimenticare».