Cassino – Prima aggrediscono un ragazzo e poi danno fuoco al magazzino della madre che li aveva identificati
Avevano malmenato un giovane, tanto da procurargli ferite guaribili in venti giorni, e poi avevano appiccato un incendio nel magazzino della madre solo per ritorsione, perché aveva fornito alle forze dell’ordine la loro descrizione: sono stati arrestati due giovani uomini di Cassino, con l’accusa di “incendio doloso in concorso”.
Intorno alle 20:00 di ieri sera, i carabinieri sono andati a casa di una donna, la quale al telefono, poco prima, chiamando in Centrale, aveva denunciato l’aggressione del proprio figlio da parte di due persone. Come hanno potuto constatare i carabinieri al loro arrivo, il ragazzo aveva in effetti il volto tumefatto, il sangue ancora gli colava dal naso. Un’ambulanza lo ha trasportato al pronto soccorso per le cure del caso e i medici hanno formulato una prognosi di 20 giorni. Quando poi i carabinieri hanno cercato di farsi raccontare cosa fosse accaduto, il giovane si è nascosto dietro parole generiche: non ha voluto dire chi lo avesse aggredito né la ragione, anzi si è limitato a riferire che tutto era accaduto per futili motivi.
Ma alla madre del ragazzo questo atteggiamento reticente del figlio non andava bene e, sconvolta, ha parlato lei con i carabinieri, fornendo le informazioni necessarie per identificare gli aggressori. E questo suo slancio di amore, per il proprio figlio e per la giustizia, ha condotto al secondo gesto violento della serata.
Infatti, mentre erano alla ricerca dei colpevoli del pestaggio, gli uomini del Nucleo operativo radiomobile hanno scorto un bagliore proveniente da un prefabbricato vicino a un complesso di case popolari. Non hanno visto solo le fiamme, ma anche un uomo che si allontanava di corsa e si infilava in una macchina parcheggiata poco distante, con un’altra persona già al volante.
Subito i carabinieri si sono precipitati a bloccare con la “gazzella” la fuga dell’auto. I due fuggiaschi, appena si sono resi conto di non potersi allontanare, e prima ancora che i carabinieri contestassero loro alcunché, hanno iniziato a sbraitare, ad alzare la voce in maniera aggressiva. Gli uomini dell’Arma hanno subito compreso quale fosse il loro gioco: volevano richiamare l’attenzione di qualcun altro, magari complici, per creare un diversivo e, nella confusione, riuscire a scappare. Ma i militari non si sono fatti incastrare e subito li hanno fermati.
I due uomini puzzavano di benzina e vicino al luogo dell’incendio, presto domato dai vigili del fuoco, è stata trovata una tanica di plastica che aveva contenuto il carburante, usato con tutta probabilità per appiccare il fuoco. Il prefabbricato è adibito a magazzino e, guarda caso, appartiene alla madre del ragazzo picchiato: per i carabinieri è chiaro che il movente dell’incendio sia una ritorsione nei suoi confronti perché aveva fornito loro la descrizione dei due aggressori, anche contro il silenzio del figlio.
Gli arrestati sono di Cassino, hanno 36 e 27 anni, entrambi con vari precedenti, l’uno per reati contro il patrimonio, evasione e stupefacenti, l’altro per reati inerenti gli stupefacenti, lesioni personali e porto di armi, nonché oggetti atti ad offendere. A questi reati, adesso, si aggiunge l’accusa di incendio doloso in concorso per essere stati colti in flagrante. Per loro si sono aperte le porte della Casa Circondariale di via Sferracavalli.