Cassino – Crisi FCA di Piedimonte S. G., la delusione della Fiom per l’ incontro in Regione: “E’ grave che il territorio di Cassino non sia stato inserito nelle ‘aree a crisi complessa’”
Se i veri protagonisti, i 530 lavoratori che sono rimasti a casa dopo che il loro contratto era scaduto con la fine di ottobre, avessero riposto qualche speranza nell’incontro di ieri in Regione Lazio per discutere il problema occupazione alla FCA di Piedimonte San Germano, sarebbero rimasti delusi. Non è stata prospettata alcuna soluzione immediata, solo promesse di un’interlocuzione con l’azienda e di un monitoraggio constante della situazione.
La Fiom, in un comunicato congiunto di Fabrizio Potetti (Fiom Roma e Lazio) e Donato Gatti (Fiom Frosinone e Latina), dà un giudizio netto sulla riuscita della riunione: «L’incontro ha avuto esito negativo. La Regione Lazio, guidata da Nicola Zingaretti, ha chiesto di poter effettuare una verifica per eventuali soluzioni, ma sembra sostanzialmente non sapere cosa fare e soprattutto senza strumenti per poter affrontare una crisi così grave».
Secondo i rappresentanti sindacali, il problema risiede anche in una precedente valutazione del rilancio dello stabilimento di Piedimone San Germano, troppo ottimistica: «E’ grave che il territorio di Cassino non sia stato inserito nelle “aree a crisi complessa” proprio dalla Regione Lazio, strumento che sicuramente avrebbe dato un sostegno economico ai lavoratori e più tempo per poter affrontare la crisi. Forse troppo presi dalle feste con Renzi e Marchionne quando si annunciavano 1.800 assunzioni nello stabilimento, ha dato per scontato, sbagliando, che non ci sarebbero stati problemi sul territorio».
Il sindacato promette di fare la sua parte: «Insieme alle lavoratrici e ai lavoratori di Fca e dell’indotto che stanno pagando un prezzo enorme da quest’ultima crisi, costruiremo le iniziative necessarie per smuovere la Regione e non solo. Le tante risorse dei cittadini spese per sostenere lo stabilimento di Cassino devono portare la Regione Lazio a battere un colpo e pretendere da Fca chiarezza sulle prospettive dei lavoratori diretti e dell’indotto e impegni concreti per i lavoratori messi fuori dallo stabilimento».