Cassino – Inquinamento e miasmi zona industriale: il comitato Allerta Cerro chiede interventi celeri e monitoraggio dell’aria respirata. Critiche a sindaci, Cosilam e istituzioni
Il Comitato Allerta Cerro, dei cittadini residenti nell’area industriale di Cassino, soggetta all’inquinamento dell’aria e delle acque per il malfunzionamento del depuratore e per scarichi industriali, torna alla carica; critica per immobilismo le istituzioni, minaccia di chiedere un nuovo sequestro del depuratore Cosilam e chiede il monitoraggio in tempo reale dell’aria della zona.
Il presidente D. Leva ed il portavoce G. Carrino junior, hanno trasmesso una nota ai sindaci di Cassino, Pignataro Interamna e Villa Santa Lucia, al presidente del Cosilam e all’Arpa Lazio.
«Un anno fa, precisamente nel luglio del 2019, l’Amministrazione Comunale, nelle persone del Sindaco e dell’Assessore all’Ambiente, chiamata in causa per risolvere una situazione già all’epoca definita di emergenza ambientale e sanitaria si impegnò con i residenti delle zone attanagliate dagli insopportabili miasmi da diversi anni, con la promessa di una veloce risoluzione del problema. Da quel giorno si sono susseguite riunioni, sopralluoghi, interessamenti di aziende esterne, addirittura un sequestro giudiziario con immediata riapertura del depuratore consortile (tra l’altro senza messa in atto di qualsiasi intervento risolutore), ma oggi, nel maggio del 2020, siamo ancora qui a riportare le segnalazioni di cittadini residenti, che in questi giorni sono costretti a scrivere frasi come “impossibile stare fuori”, “questa notte un disastro, siamo tornati a livelli assurdi”, “una fogna continua”, “siamo sigillati in casa, si muore dalla puzza soffocante” ecc. ecc.. Come se non bastasse, oltre il al problema dei miasmi persiste costantemente quello degli sversamenti di reflui non propriamente depurati nel Rio Pioppeto, sede dello scarico del depuratore. Due problematiche con una matrice comune ma per le cui risoluzioni si rendono necessari interventi separati e distinti. Nella vicenda relativa al sequestro del depuratore, abbiamo avuto modo di appurare alcuni aspetti: innanzitutto che l’impianto di depurazione e quelli di raccolta reflui hanno bisogno di interventi di rilevanza e non più rinviabili, stante l’incapacità degli impianti di sopportare il processo di depurazione (alcuni interventi già sono stati annunciati) e, non meno importante, che, nel periodo di blocco, i residenti non hanno dovuto riportare segnalazioni di miasmi di alcun tipo o di eccessivi sversamenti. Ribadiamo la nostra ferma volontà di collaborazione nel voler ascoltare tutte le proposte che verranno presentate, ma allo stesso tempo, abbiamo bisogno di tempistiche di risoluzione certe e dell’impiego di strumenti utili a capire la natura del rischio che la popolazione residente vive ogni giorno, altrimenti non ci resterà che una richiesta, cioè quella di chiedere il fermo del depuratore per il periodo necessario alla messa in regola. In un’altra occasione abbiamo chiesto l’installazione di una webcam puntata sullo scarico del depuratore come prova della trasparenza di chi gestisce gli impianti. Questa richiesta avrebbe dovuto essere rafforzata dai Sindaci dei Comuni interessati, in qualità di primi responsabili della salute dei propri cittadini, ma ad oggi non abbiamo ricevuto nessuna risposta ufficiale alla proposta né dal Consorzio, tantomeno dai Sindaci. Qualche tempo fa avevamo anche richiesto un intervento da parte di Arpa Lazio con il fine di conoscere la qualità e la quantità delle sostanze che siamo costretti a respirare, ma ci è stato risposto che la cosa non era tecnicamente fattibile. Bene, oggi siamo di nuovo a presentare questa richiesta, rafforzandola con un esempio concreto messo in atto dallo stesso soggetto istituzionale, quale è l’Arpa Marche: attraverso un accordo tra l’Amministrazione Comunale di Falconara Marittima e l’ARPAM è stato realizzato un sistema di monitoraggio automatico delle emissioni odorigene in una zona interessata dagli stessi problemi che noi subiamo da ormai dieci lunghi anni. Il sistema ha utilizzato una APP per SMARTPHONE messa a disposizione dei cittadini per raccogliere in modo veloce e sistematico le segnalazioni relative agli episodi di miasmi, con informazioni legate alla localizzazione e all’intensità. In una fase successiva, grazie allo studio di quelle segnalazioni, sono state installate nei punti chiave, delle centraline che in modo automatico raccolgono dati relativi alla quantità e alla qualità delle sostanze disperse nell’ambiente. Questa è una dimostrazione concreta di voler capire e risolvere il problema dei miasmi. Chiediamo a tutti i Sindaci di interessare l’Arpa Lazio e al contempo l’Arpa Marche allo scopo di realizzare lo stesso sistema per la zona industriale di Cassino e Villa Santa Lucia. La nostre proposte in merito all’utilizzo di strumenti che consentano un monitoraggio concreto sia sugli sversamenti in fiume, sia sulla natura dei miasmi che siamo costretti a respirare, costituiscono condicio sine qua non perché possano essere accettati ulteriori differimenti della soluzione della questione, in caso contrario e se dunque anche questa proposta dovesse rimanere inascoltata, non ci resterà che chiedere, come già scritto, la temporanea chiusura del depuratore per il periodo necessario alla risoluzione, anche a fronte delle pesanti dichiarazioni rilasciate dal Presidente del Cosilam, Dott. Delle Cese, che l’8 Febbraio 2020, sui giornali locali asseriva “ è la stessa sfida di Taranto, (ILVA, sic!) con le dovute proporzioni, la soluzione sta negli investimenti e, noi ed AEA, gestore dell’impianto, siamo pronti”. Parole che pesano come macigni e che definiscono in maniera inequivocabile il rischio a cui sono esposti i cittadini residenti e non. Non siamo più disposti ad accettare di affrontare i prossimi mesi in questa situazione vergognosamente insopportabile».