Automotive – Tavolo al Mimit, le reazioni e i commenti dei sindacati e della regione Lazio
Obiettivi ecobonus erano accompagnare la transizione energetica, rinnovare il parco auto circolante troppo obsoleto, supportare soprattutto le persone fisiche e sostenere le fasce le meno abbienti. Sono mancati i volumi produttivi.
Oggi al Mimit si è tenuto il Tavolo Automotive presieduto dal ministro Adolfo Urso insieme al viceministro Valentino Valentini e ai sottosegretari Fausta Bergamotto e Massimo Bitonci.
A Palazzo Piacentini erano presenti anche i rappresentati delle aziende che producono veicoli in Italia, le organizzazioni sindacali e datoriali della filiera, le Regioni e l’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica (Anfia)
Accompagnare la transizione energetica, rinnovare il parco auto circolante troppo obsoleto, supportare soprattutto le persone fisiche e sostenere le fasce le meno abbienti. Questi i quattro obiettivi centrati in soli due mesi dal piano Ecobonus. A questi dati incoraggianti, che evidenziano la buona riuscita del piano, non è corrisposto però un incremento dei volumi produttivi degli stabilimenti italiani, il quinto target stabilito.
Per questo motivo il piano incentivi per i prossimi anni verrà rimodulato, spostando il focus sull’offerta e puntando su una programmazione pluriennale delle risorse per favorire le case automobilistiche nella programmazione degli investimenti e le famiglie negli acquisti.
“La prossima edizione dell’ecobonus deve presentare una significativa discontinuità. La priorità è il sostegno alla filiera nazionale e all’occupazione, sempre nel rispetto degli altri due principi cardine che sono il rinnovo del parco circolante e il supporto alle famiglie a bassa capacità di spesa“, ha affermato il ministro Urso.
Inoltre, è allo studio l’introduzione di un meccanismo che privilegi le produzioni a elevato contenuto di componentistica europea e che garantisca la sostenibilità delle produzioni.
Alcune dichiarazioni dei segretari provinciali all’esito del tavolo: Antonio Spera Segretario Nazionale Ugl Metalmeccanici e la Componente della Segreteria Nazionale della Federazione, Vittoria Buccarini sottolineano: “Come UglM, condividiamo che c’è la necessità di incrementare la produzione di autovetture e della componentistica nel nostro paese. (…) Bene la sottoscrizione di un accordo con Dongfeng che potrebbe essere un nuovo partner nel nostro paese deve esistono siti industriali per accogliere la produzione di Auto con collaborazione con le regioni Italiane. (….).Come UglM abbiamo chiesto di dare continuità a questo tavolo per giungere ad un protocollo d’intesa nel tempo più breve possibile ritenendo il piano incentivi importantissimo da parte del governo. Stellantis, unico produttore di Auto in Italia, dia anche risposte importanti in base alla richiesta del mercato con una ampia gamma prodotti. L’Ugl Metalmeccanici – conclude Spera – ribadisce che dobbiamo garantire tutti i siti produttivi di Auto nel nostro paese e al rilancio dell’unica azienda in Italia che produce auto con circa 40mila dipendenti diretti: il nostro Paese, non può farne a meno di salvaguardare l’intero prodotto”.
Per il Segretario generale FIM Ferdinando Uliano “una riunione come quella di oggi sarebbe stata utile se avessimo davanti a noi la sottoscrizione di un protocollo per il settore, purtroppo dopo un anno non è così. Penso che la situazione nel settore sia complessa e vada approcciata in maniera sistematica, pena il fallimento. Servono politiche industriali che guardano a tutti gli attori del settore, utilizzando l’approccio che abbiamo messo in campo con i tavoli di lavoro sul settore da dicembre 2023 a marzo di quest’anno. Tavoli che hanno prodotto indicazioni per azioni di ampio respiro di politica industriale per il settore, a partire da due temi fondamentali: localizzazione delle produzioni, la riduzione del costo dell’energia e quello degli ammortizzatori sociali. Su quest’ultimo, nel 2025 sia l’indotto, che Stellantis esauriranno gli ammortizzatori sociali, se non si interviene per tempo ci saranno licenziamenti di massa.
Per questo – ha sottolineato Uliano – va ripreso quel metodo di lavoro e gli elaborati già fatti e vanno messi in campo gli strumenti di politica industriale necessari, a partire dalla predisposizione di interventi significativi sul rafforzamento dell’offerta e della riconversione industriale del settore coinvolto enormemente dalla transizione, fino ad oggi gli incentivi sono andati solo per la domanda all’acquisto.
Rispetto a questo approccio- conclude Uliano – c’è un altro pezzo di ragionamento che va fatto con il Gruppo Stellantis per capire se il calo produttivo (siamo passati da 750 mila veicoli nel 2023 a 500 mila veicoli nel 2024 con gli incentivi) è dovuto ad un calo ciclico del mercato o qualcosa di strutturale su cui bisogna agire nel più breve tempo possibile.
E’ fondamentale quindi confermare le assegnazioni di nuovi modelli che abbiamo acquisito nei confronti avuti con Stellantis, ma anche la possibilità di individuare ulteriori investimenti che devono essere in coerenza con l’obiettivo di produzione di 1 milione entro il 2030.
Il nostro obiettivo è mettere in sicurezza tutti i Plant e gli oltre 40.000 occupati del gruppo Stellantis e dell’indotto. E’ necessario inoltre avere delle certezze rispetto all’investimento della giga-factory a Termoli e le garanzie per la salvaguardia industriale e occupazionale di Comau”.
Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil e Samuele Lodi, coordinatore nazionale Fiom-Cgil per il settore Mobilità: “In un mercato di circa 1,5 milioni di auto immatricolate all’anno Stellantis, unico produttore in Italia, ne produce meno di 500.000. Gli spazi per altri costruttori, quindi, sono assolutamente percorribili.
A determinate condizioni, però: partnership con soggetti industriali italiani, presenza dello Stato nella compagine societaria e vincoli per quanto riguarda la catena di fornitura, oggi presente in Italia, e rispetto delle norme e del contratto nazionale. Solo così si riuscirà ad arrestare il processo di dismissione dell’industria automobilistica in atto in Italia ormai da anni per responsabilità di Stellantis.
- Nel 2024 si stanno producendo meno auto che nel 2023 (- 29,2% nel primo semestre);
- è cresciuto significativamente l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, intaccando anche stabilimenti che da anni non conoscevano la cassa integrazione come la Ex Sevel di Atessa;
- continua a diminuire il numero di lavoratori dipendenti a fronte delle uscite volontarie incentivate;
- l’indotto sta vivendo una crisi senza segnali di inversione a fronte delle scelte strategiche di Stellantis di spostare la catena di fornitura in paesi con minor costo del lavoro e minori tutele per i lavoratori;
- si prosegue nello spezzettamento del gruppo con l’annunciato spin off di Comau ad un fondo di investimento.
Tutto questo nulla c’entra con il processo di transizione ecologica ed energetica; semplicemente e drammaticamente è la messa a terra del piano di disimpegno di Stellantis nel nostro Paese.
Un disimpegno che ricade tutto su lavoratori e lavoratrici: Stellantis, infatti, ha chiuso un bilancio 2023 con un risultato operativo di oltre 330 milioni di euro (rispetto un -375 milioni di euro nel 2022) e con un aumento significativo della produttività con un valore aggiunto per addetto che passa da 80.600 euro del 2022 a 112.000 euro del 2023, un’azienda che fa efficientamento e incrementa i profitti.
Il Governo deve assumersi la responsabilità di agire in termini di sistema. Non si possono affrontare le diverse crisi con tavoli specifici e chiusi in se stessi. La questione delle politiche industriali la si affronta solamente con un confronto tra Presidenza del Consiglio, Ministeri interessati, sindacati e aziende (in questo caso Stellantis).
I settori industriali strategici come quello dell’auto vanno difesi e rilanciati attraverso una strategia condivisa e le lavoratrici e lavoratori non possono rimanere fuori da questo processo. Senza risposte ci mobiliteremo”.
Bisogna accelerare con le politiche industriali per affrontare al meglio il passaggio all’elettrico, in primo luogo con un chiarimento definitivo da parte dell’Unione europea sulla scadenza del 2035 e sui passaggi intermedi che oggi costringerebbero a raddoppiare le quote di auto elettriche vendute. In questa direzione va la nostra richiesta di salvaguardia dell’intera filiera automotive e massima trasparenza sul futuro della Gigafactory di Termoli, per cui chiediamo un impegno straordinario affinché non sfumi il progetto di creazione della fabbrica di batterie.
Rocco Palombella, Segretario generale Uilm: “Abbiamo chiesto al ministro Urso chiarimenti su possibili nuovi produttori di auto in Italia – prosegue – arrivando a una decisione definitiva, dopo oltre un anno di polemiche e annunci. Sugli incentivi abbiamo chiesto se questi hanno aiutato l’industria italiana di auto oppure produttori stranieri e la massima attenzione da parte del Ministro sulla vendita di Comau, fiore all’occhiello della robotica di Stellantis. Per questo abbiamo chiesto da tempo un tavolo alla Presidenza del Consiglio, non ricevendo nessuna risposta. Urgono difatti interventi su ammortizzatori sociali e costo dell’energia che impegnano l’intero governo”.
“Ci aspettiamo un cambio di passo da parte del Ministro Urso e che sia Stellantis che il Governo terminino definitivamente la stagione degli annunci, delle polemiche sterili e delle promesse non mantenute – conclude – il nostro settore sta attraversando cambiamenti epocali e senza interventi urgenti e strutturali rischiamo di perdere intere filiere produttive e decine di migliaia di lavoratori. Noi continueremo a fare la nostra parte, senza alcun pregiudizio ma portando proposte concrete per salvaguardare l’occupazione e il futuro industriale del nostro Paese”.
La Regione Lazio ha partecipato oggi al tavolo sull’automotive convocato dal ministro Urso al Mimit assieme al viceministro Valentino Valentini e al sottosegretario Fausta Bergamotto.
«Ringrazio il ministro Urso per l’opportunità di condividere con le Regioni e le parti sociali in modo puntuale tutta la tabella di marcia sulle politiche e sulle misure economiche relative all’automotive», ha dichiarato la vicepresidente e assessore allo Sviluppo Economico della Regione Lazio, Roberta Angelilli.
«È stata anche l’occasione per fare il punto sull’impianto di Stellantis di Cassino, un fiore all’occhiello dell’industria italiana e un sito strategico per il territorio anche in considerazione dell’indotto economico nel suo complesso. Alla luce della recente audizione in consiglio regionale, abbiamo sottoposto le nostre preoccupazioni al tavolo. Nonostante il rispetto degli impegni (anche in termini finanziari) da parte del Governo, abbiamo evidenziato talvolta l’atteggiamento altalenante e contraddittorio di Stellantis. Da una parte, infatti, è apprezzabile che Stellantis in ogni tavolo, compreso quello odierno, confermi gli obiettivi condivisi; dall’altra a livello pratico attua il fermo produttivo, determinando una forte incertezza sul territorio, sia tra i lavoratori della multinazionale sia tra le imprese dell’indotto», ha proseguito la vicepresidente Roberta Angelilli.
«Il meno 25% nel primo semestre a livello italiano rappresenta un netto calo della produzione, che è un dato di fatto non positivo e incongruente con il target di un milione di autovetture da produrre, con forti ripercussioni in termini di cassa integrazione. Restiamo tuttavia fiduciosi. Soprattutto perché il ministro Urso ha confermato una fitta agenda di incontri anche nel mese di agosto sia con Stellantis che con altri produttori, al fine di salvaguardare la produttività nazionale dell’automotive, in particolare la componentistica, con il relativo indotto, investendo non solo sugli incentivi, ma più in generale sui settori strategici. Sarà inoltre fondamentale il confronto con la nuova Commissione europea, a partire dal 25 settembre a Bruxelles, quando il ministro Urso incontrerà tutti i gruppi parlamentari», ha concluso la vicepresidente Roberta Angelilli.