Cassino – Carcere: crolla il pavimento e vanno a fuoco le celle

Non sembra poter godere di un solo giorno di tregua, il carcere di Cassino. Ieri non era ancora terminata l’eco per il crollo di un pavimento, che un detenuto ha distrutto completamente la sua cella, e stamattina un altro recluso ha dato fuoco alla propria brandina. Non sono episodi collegati tra loro, ma segnalano comunque una situazione di tensione, nella quale sono costretti a lavorare gli agenti della polizia penitenziaria.
Andiamo con ordine. Nella mattina di mercoledì 30 novembre, verso le 9:30, l’intero pavimento della Sala Regia è crollato, sprofondando di quasi un metro. Per fortuna non ci sono stati feriti, anche perché l’aula non era frequentata da qualche settimana per questioni di precauzione, dato che era stato avvertito, in più occasioni, un forte odore di gasolio. Collocata nell’edificio vecchio della casa circondariale, la Sala Regia, anche se attualmente in disuso, conteneva comunque materiale elettronico funzionante, come computer, monitor e il centralino detenuti – strumenti la cui funzionalità, purtroppo, a causa del crollo, è stata compromessa.
Sempre nella giornata di ieri, ma in serata, un detenuto ha distrutto la sua cella come forma di protesta. Trasferito dal penitenziario romano di Rebibbia, infatti, il quarantenne di origine napoletana, in carcere per reati di droga e sottoposto al regime speciale riservato a chi si macchia di crimini sessuali, avrebbe preferito avere un avvicinamento alla propria famiglia. E’ stato questo ha scatenare la sua violenza.
Un gesto di protesta anche la cella data alle fiamme da un altro quarantenne, di origine palestinese, rinchiuso per reati di furto, rapina e resistenza a pubblico ufficiale, la cui condanna doveva terminare il prossimo agosto. Cosa pretendeva compiendo, nella tarda mattinata di oggi, quest’atto vandalico? Un lavoro, semplicemente un lavoro: ha appiccato il fuoco pur di averne uno.
Tutti gli episodi non hanno avuto alcuna conseguenza sulle persone grazie all’intervento pronto degli agenti in servizio. A loro, con orgoglio, va il grazie dei dirigenti del SAPPE, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria.