Cassino – Celebrazioni conquista di Montecassino al cimitero polacco. Sacro monte blindato, tra polemiche e interrogativi, per la visita dei presidenti Mattarella e Duda

Una Montecassino così blindata non si era mai vista; le celebrazioni per il 75° anniversario della conquista e liberazione di Montecassino, da parte delle truppe del generale polacco Anders, non sono mai state così complicate per la partecipazione popolare.
Una cerimonia come sempre solenne e riflessiva, che ha lasciato però l’amaro in bocca per le difficoltà di partecipazione, anche per gli stessi rappresentanti degli organi di informazione.
Quest’anno, il protocollo stringente ha di fatto bloccato l’accesso all’abbazia alle auto per molte ore, prima e dopo la cerimonia, seppure con attivazione di servizio navetta a partire da piazza De Gasperi.
Ma non tutto ha funzionato come si pensava e sui social non mancano le polemiche, sia per l’accesso al sacrario polacco che per il deflusso verso la città.
Ma si è riaperto anche l’eterno dibattito su come coinvolgere anche la città di Cassino all’interno del flusso turistico, oltre un milione di visitatori l’anno, che annualmente raggiunge Montecassino; il ritorno per l’economia locale non sarebbe trascurabile.
La cerimonia è finita verso le 20, e gran parte del pubblico è arrivata in città anche dopo le 23.
Una cerimonia solenne e riflessiva, come detto, che ha visto tra le tombe dei soldati polacchi del generale Anders, anch’egli sepolto nel sacrario di Montecassino, in occasione del 75° anniversario della battaglia finale di Cassino e della liberazione dell’abbazia, i presidenti di Italia e Polonia, Sergio Mattarella e Andrzej Duda.
Commovente il saluto di Anna Maria Anders, ora ministro di Polonia per gli affari esteri, alla tomba del papà Władysław, il comandante dei valorosi soldati polacchi, 1051 dei quali sepolti tra i papaveri rossi del Sacrario militare di a Montecassino.
Oggi pomeriggio, alle 17,30, invece, è in programma la commemorazione degli oltre 5000 soldati della 36^ Divisione Texas, dei quali oltre 2000 periti nelle acque del fiume Gari in un tentativo di sfondamento della Linea Gustav il 20 gennaio del 1944.
Le foto sono di Michele Di Lonardo