Cassino – Emergenza Ucraina: la solidarietà corre ma la burocrazia frena. Il caso segnalato da Striscia la notizia
La solidarietà corre veloce e convinta ma a frenare la voglia di compiere buone azioni ci pensa la burocrazia, che ancora una volta si dimostra lenta ed anche beffarda.
Sta succedendo anche in occasione dell’emergenza ucraina che ha fatto scattare, anche in Italia, un consistente istinto solidale che però si infrange sulla mala-burocrazia.
Come nel caso segnalato a Striscia la notizia da Gino Di Mambro, un cassinate dal cuore buono che ha voluto mettere a disposizione di tre mamme ucraine, con cinque bambini, la sua casa di campagna.
All’inviata Raja ha rivelato che le procedure di accoglienza degli otto profughi si sono concretizzate nei fatti ma si sono incagliate nella sostanza.
Non ha potuto registrare regolarmente il contratto di fitto in comodato d’uso della sua casa, al prezzo simbolico di 0,50 centesimi al mese, perché manca il codice fiscale degli ospiti ucraini.
Per cui agli otto profughi non resta che aspettare il codice fiscale ma con il rischio che arrivi quando saranno scaduti i trenta giorni entro i quali per legge va registrato il contatto, pena la multa.
Intanto le tre mamme e i cinque figli “riescono a mettere insieme il pranzo con la cena grazie alla generosità materiale delle associazioni di volontariato e del Comune, per quello che poco che può”. Ma tarda ad arrivare anche l’integrazione scolastica “soprattutto al bambino più grande manca molto la scuola”.
Amaro il commento di Gino Di Mambro: “nonostante i proclami del Governo, queste persone sono lasciate a se stesse, non hanno assistenza né loro né chi li ospita”.