Cassino (FR) – L’abbraccio degli studenti e della città alla mamma di Willy in nome della non violenza
Trasformare un dolore immenso, intollerabile come la perdita di un figlio, in un percorso di coscienza civile, in un movimento spontaneo che si basa sulla condivisione di valori senza tempo e senza luogo: l’amicizia e la non violenza.
A rendere questo miracolo possibile è Lucia Monteiro Duarte, la mamma di Willy, eroe nazionale e medaglia d’oro al valore civile che ha perso la vita il 6 settembre 2020 a Colleferro. Ucciso a calci e pugni da quattro vigliacchi palestrati mentre il 21enne cercava solo di andare in aiuto di un amico. Senza utilizzare la forza delle mani, ma quella delle parole.
Di Willy, del suo sorriso scanzonato e della sua capacità di essere ironico, sportivo, allegro e solare, ci restano le foto e le parole della sua mamma, che lo descrive con la speranza di evitare anche ad un solo giovane di cadere nella rete del bullismo, della violenza, del sopruso e della sopraffazione.
Una esperienza di vita, come quella vissuta oggi dagli alunni di terza media dei tre comprensivi di Cassino e di Esperia che, ospitati nell’auditorium dell’IIS Medaglia d’Oro Città di Cassino, hanno potuto ascoltare le parole di mamma Lucia nel corso dell’evento “Con il sorriso di Willy diciamo no alla violenza” realizzato dalle professoresse Maria Luisa Calabrese e moderato dalla giornalista Rita Cacciami.
Una giornata con protagonisti proprio gli studenti, che hanno fatto ricorso alla musica, alla danza, alla prosa e al canto per lanciare messaggi forti, perentori, legati alla necessità di essere liberi di vivere, di amare, di essere se stessi.
“Ricordatevi – ha detto alla platea in maglietta bianca, simbolo di purezza – che uscire la sera è bello, ma occorre avere la testa sulle spalle. E che è bello scherzare con gli amici, ma dovete assicurarvi che si divertano anche loro e non solo voi. Che quello scherzo piaccia. Che un dispetto non faccia male”.
E ancora: “Non è un male frequentare una palestra o imparare le arti marziali, ma non vanno mai usate sui deboli. I Bianchi (due dei quattro condannati dopo due processi, ndr)? Non hanno capito il valore della vita e il rispetto degli altri, credevano di essere potenti mostrando il fisico. I muscoli vanno usati in difesa dei più deboli, non per fare paura, come facevano i fratelli Bianchi”.
“Il perdono? Se tu non hai fatto niente, non hai bisogno di chiedere perdono”.
Mamma Lucia ha poi esortato i ragazzi ad essere spontanei ed ha parlato di suo figlio alla loro età. “Willy era un ragazzo come voi, aveva i suoi momenti di rabbia e mi rispondeva male a volte, poi mi chiedeva scusa e magari diceva ‘Non so che mi è preso’. Non lasciate che la violenza vi rovini la vita, vivete la bellezza attraverso gli altri. Mettetevi sempre nei panni degli altri”.
Quello che è stato chiaro a tutti è che Lucia Monteiro, voce pacata ed un fisico minuto, trasmette una forza ed una energia che calamitano l’attenzione. La platea di 13enni non fa un fiato, le domande di Massimiliano Capuano alla mamma di Willy creano un’attenzione altissima. Fino a quando l’emozione diventa insopportabile, scendono le lacrime, si applaude per stemperare l’atmosfera. Ci si concentra sul passo a due di Francesco Valente e Anna Solohub mentre tutti intonano “Esseri umani” di Marco Mengoni, la canzone che diventa un abbraccio collettivo. Poco prima Giusi Calce aveva letto una sua lettera immaginaria scritta da Willy, Giorgia Romito aveva eseguito Smile di Nicola Piovani al sax, Gabriele Brunori aveva letto il monologo sul bullismo di Paola Cortellesi “Mi chiamo Giancarlo Catino”.
Tutti momenti emozionanti, belli, vissuti, che sono stati intervallati anche da interventi istituzionali. Quello del dirigente scolastico, il prof. Marcello Bianchi, che si augura di poter arginare il problema della violenza e del bullismo. “Dobbiamo intervenire, non voltarci dall’altra parte. Formare i ragazzi sul principio del dialogo e della non violenza. Nelle famiglie e nella scuola. Il mio augurio è che questa iniziativa apra un momento di riflessione, un dialogo importante nelle diverse scuole di Cassino”.
Non meno incisivo il saluto del sindaco Enzo Salera, che ha ribadito il concetto di violenza alimentato dalla sottocultura. “La memoria, il sorriso di Willy va trasmesso ai ragazzi e queste manifestazioni hanno un valore immenso, ancora di più quando una persona come la signora Lucia Monteiro si impegna per trasmettere i valori di non violenza”.
Da Luigi Maccaro l’atto di accusa nei confronti della società che non riesce a mettere al centro i giovani. “Anche gli assassini di Willy sono stati bambini e ragazzini, e anche loro sono vittime della violenza. E chi è vittima di solito la riagisce sui più deboli. Come istituzioni facciamo pochissimo per proteggere i nostri ragazzi. Le forze dell’ordine con pochi mezzi e risorse non hanno colpa, ma allora chi deve assumersi la responsabilità? I luoghi vanno presidiati come genitori, come docenti, come adulti…la capacità di Lucia di trasformare la rabbia in speranza deve darci la forza di rimboccare le maniche. Willy è stato un santo perché ha dato la vita per un amico”.
L’assessora alla cultura, Gabriella Vacca, ha voluto fare una riflessione a voce alta accanto alla mamma di Willy: “Felice di essere qui, sono stata toccata come madre e poi come insegnante, come cittadina, come assessore. E’ necessario parlarne e portare avanti questo impegno che tutti dobbiamo assumerci, dal più piccolo al più grande”.
Dall’assessore alle politiche sociali, Francesca Calvani, l’augurio affinché quanto ascoltato oggi sia custodito dai ragazzi presenti. “Siete la linfa di questa città, potete contribuire a costruire una società migliore, combattendo la violenza, la discriminazione e promuovendo l’inclusione”.
Si è chiuso così un evento che ha visto anche l’intitolazione dell’aula esterna, quella soleggiata con tavoli e panche, al caro Willy Monteiro, con una targa a futura memoria. E poi, via verso il quartiere di San Bartolomeo, dove da un anno è operativa “La Casa di Willy”, in cui le associazioni svolgono attività con i giovani. All’esterno, Daniel mostra il suo ‘capolavoro’: c’è un murales con il volto di Willy sulla parete esterna dell’edificio. Per mamma Lucia un’altra grande emozione in una giornata colma d’affetto e di calore.
Simone Pagano