Cassino – Il pranzo di Natale in chiesa, nel segno della fratellanza augurata da papa Francesco. Venerdì sera tombolata aperta a tutti a Exodus, con servizio navetta gratuito
Come ormai da sei anni, anche in questo Natale la navata della chiesa di Sant’Antonio, nel cuore di Cassino, è stata occupata da una lunga tavolata che ha accolto tanti bisognosi per il tradizione pranzo del 25 dicembre.
«C’erano 130 persone» ci ha raccontato don Benedetto, il parroco. Tanta gente, proveniente da diverse realtà: hanno infatti partecipato «nuclei familiari assistiti dalla Caritas della nostra parrocchia e qualcuno della parrocchia di San Bartolomeo; poi c’erano gli ospiti della Casa della Carità e coloro che quotidianamente frequentano la mensa della Caritas diocesana; c’erano anche dei rifugiati siriani che sono in regime protetto e che abitano a Pontecorvo e a Rocca d’Evandro – siamo andati a prenderli proprio perché potessero stare con noi, visto che non avevano un mezzo per poter venire a Cassino; e poi i ragazzi di Exodus, che, oltre a partecipare, hanno dato una mano consistente nell’organizzazione, soprattutto nel riordino della chiesa quando tutto è finito».
Proprio questa tavolata multicolore ha creato un ambiente particolare, in linea con l’anima profonda della festa. «E’ stato un clima di forte fraternità e anche di interculturalità, perché al tavolo con noi c’erano più persone di fedi diverse, tra ortodossi, musulmani e cattolici. Devo dire che si è creata una bellissima atmosfera, che ha realizzato le parole di papa Francesco nell’Angelus del giorno di Natale: che sia un Natale di vera fratellanza».
Tra tanti indigenti, c’era anche chi, benché non abbia problemi economici, avrebbe altrimenti dovuto consumare il pranzo in solitudine. Già l’anno scorso c’era stata una persona nella stessa condizione che si era voluta aggregare alla compagnia, offrendo un bel cesto natalizio alla parrocchia. La stessa scena si è ripetuta quest’anno, anche se il protagonista non era lo stesso. Ci è stato raccontato che all’inizio era un po’ in imbarazzo, ma con il trascorrere del tempo, mentre dall’antipasto si passava alle lasagne, poi all’arrosto, alla torta, alla frutta e infine allo scambio del pandoro per ogni famiglia, qualsiasi rigidità si è dissolta, e la persona i questione ha anche aiutato a sparecchiare.
«In fondo la povertà ha tanti aspetti – ci spiega don Benedetto – anche quello della solitudine. Non dobbiamo pensare che il povero sia solamente quello che non ha i soldi per comprare da mangiare, ma il povero è colui che non ha neanche la disponibilità di fratelli con cui poter condividere il tempo e poter così sentirsi meno solo».
E’ un periodo di festa e lo “stare insieme”, nel modo più sereno possibile, risponde pienamente allo spirito del Natale. Non è quindi un semplice gioco, ma un’ulteriore occasione d’incontro, quella che si svolgerà tra un paio di giorni, il 28 dicembre. A Exodus ci si riunirà per una tombolata serale. Anche questa è una piccola tradizione. L’invito è aperto a chiunque. Coloro che non abbiano la disponibilità di mezzi propri per raggiungere la sede in via San Domenico Vertelle, alle spalle dell’Ospedale Santa Scolastica, potranno approfittare del servizio di bus navetta messo gratuitamente a disposizione a partire dalle 20:15 circa presso la chiesa di Sant’Antonio.