Cassino – Sequestro immobili housing sociale: l’imprenditore Fontana spiega le sue ragioni e chiede il dissequestro: nelle carte mancavano tre SCIA

Nella documentazione mancavano tre SCIA che avrebbero legittimato il mio operato; questo in sostanza quanto dichiarato dall’imprenditore Salvatore Fontana a cui, l’altro giorno, sono stati sequestrati immobili per presunte violazioni delle norme previste dall’housing sociale.
Fontana ha convocato una conferenza stampa per spiegare le sue ragioni partendo proprio dalle norme previste dall’housing sociale.
Ha spiegato di essere in regola con quanto previsto meravigliandosi dell’assenza, tra le carte che hanno determinato il sequestro, di tre SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) presentate nel 2018, 2020 e 2021 che avrebbero legittimato il suo operato; la prima, del 2 dicembre 2018, è relativa al cambio di destinazione d’uso.
Fontana ha pure spiegato che il cambio di destinazione d’uso era legittimo (proprio grazie alle tre SCIA mancanti), che anche la vendita è possibile, a prezzi stabiliti per l’housing sociale e con l’acquirente tenuto a rispettare i vincoli previsti dalla legge stessa.
E si è chiesto il motivo per cui non siano stati forniti questi atti alla Polizia Locale. “Sicuramente l’Ufficio Tecnico ha commesso un errore”.
Nel corso della conferenza stampa è emerso che l’indagine scaturisce da una denuncia anonima e “spero che non abbia una radice politica”.
Fontana ha poi reso noto di aver già presentato ricorso ed ora attende con fiducia il dissequestro.
“Se ho ragione o no lo diranno i giudici. Con questa conferenza stampa non ho inteso attaccare nessuno, il mio chiarimento lo ritengo obbligatorio ed etico per una persona, come me, impegnata in politica”.
Foto Tanfuk