Cassino – Udienza a Roma per lo scandalo Vittorelli. Testimone l’abate Ogliari. Gli ammanchi riguardano i conti della Diocesi non quelli dell’Abbazia

Sui conti dell’abbazia di Montecassino, accesi presso la banca vaticana dello IOR, non risultano ammanchi e prelievi anomali. Lo ha dichiarato questa mattina al Gup del Tribunale di Roma, Rosalba Liso, l’abate di Montecassino Donato Ogliari nel corso dell’udienza del processo a carico dell’ex abate Pietro Vittorelli, accusato di aver prelevato ingenti somme di denaro per uso personale.
Ma quelle somme, come ha chiarito stamane Dom Ogliari, assistito dall’avvocato Sandro Salera, non risultano mancare dai conti del monastero, piuttosto da quelli appartenenti alla Diocesi di cui, prima del successivo accorpamento con la Diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo, Pietro Vittorelli era vescovo e quindi custode.
Proprio per questo motivo, adesso il giudice Liso ha disposto l’audizione del vescovo Gerardo Antonazzo, che dovrà certificare al magistrato se in effetti i prelievi sono stati fatti, quanti e per quali importi. Come si ricorderà Pietro Vittorelli è accusato di appropriazione indebita per somme che superano il mezzo milione di euro in complicità con il fratello Massimo.
Lo scandalo venne alla luce nel 2015 a causa di un “campanello d’allarme” fatto scattare automaticamente all’interno dei sistemi bancari per evidenziare movimentazioni anomale.
Quei soldi, frutto delle donazioni dell’8 per mille, secondo l’accusa, sarebbero stati trasferiti su altri conti personali ed utilizzati anche per viaggi e festini di lusso in alberghi di lusso. La difesa sostiene completamente infondate le accuse a carico dell’ex abate e del fratello.