Diritto di parola – Valente della UGL sulla Sanità locale: “Un esercito di lavoratori occupati ma con un salario da fame”
La Sanità è un mondo complesso, composto da medici, infermieri e personale specializzato nel settore, ma anche da tutti quei lavoratori che contribuiscono al mantenimento della “macchina” organizzativa, a fare in mondo che i pazienti possano essere assistiti nel migliore dei modi. Un universo spesso trascurato e per il quale, qualche giorno fa, il segretario generale UGL della provincia di Frosinone, Enzo Valente, ha scritto una lettera aperta al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Nella puntata di oggi di “Diritto di parola”, Lucia Campoli ha rivolto qualche domanda al rappresentante dell’Unione Generale Lavoro (UGL, appunto) perché spiegasse agli ascoltatori la situazione che ha destato la sua indignazione.
Il punto focale sono i servizi collegati alla sanità, la cui gestione è affidata a ditte esterne con bandi che, secondo il segretario UGL Valente, sono sempre e solo offerti al ribasso, con ulteriori tagli, negli ultimi tempi, del 5%: «Noi abbiamo una popolazione di lavoratori che si avvicina alle mille persone, che percepiscono, oramai, salari da fame, addirittura al di sotto dei 500 euro mensili. Ma sono servizi strettamente collegati all’assistenza del malato, che vanno dai servizi di pulizia ai servizi di portierato, ai servizi di lavanderia industriale, alle mense ospedaliere. E i bandi che si stanno proponendo in questi ultimi mesi sono ancora ulteriormente al ribasso. Zingaretti, da mesi, propaganda che sta uscendo dal piano di risanamento del deficit sanitario e quindi noi chiediamo al presidente Zingaretti di prevedere, gradualmente, all’interno dei bandi, una crescita, un recupero di quei salari che i lavoratori hanno perso. Ultimo caso eclatante è stato quello delle manutenzioni all’interno degli ospedali in provincia, dove i bandi, oltre a non garantire i contratti cui prima erano assoggettati questi lavoratori, oggi non garantiscono nemmeno più tutti i lavoratori. Siccome la Regione si appresta a emettere ulteriori bandi sul servizio di pulizia, sul servizio di portierato, sul reCUP e altri servizi, chiediamo con forza a Zingaretti di rivedere questa politica, perché abbiamo creato un esercito di lavoratori occupati ma con salari da fame».
Per «i servizi collegati al mondo della sanità – spiega Valente – i lavoratori vengono assoggettati a contratti che non sono quelli della sanità, né pubblica né privata. Sono contratti del settore merceologico in cui ricadono questi lavoratori e sempre più spesso questi appalti vengono gestiti da cooperative. Parecchi di questi contratti non prevedono il passaggio diretto dei lavoratori da una ditta all’altra nel momento in cui c’è il cambio d’appalto. In virtù del deficit sanitario che da oltre dieci anni ci portiamo sulle spalle, la Regione Lazio impone dei bandi al ribasso e le società che si aggiudicano l’appalto sono sempre più spesso costrette a ridurre gli orari aumentando i carichi di lavoro, di conseguenza a ridurre gli stipendi».
Il precariato impera e ha effetti notevoli sulla popolazione: «Stiamo creando una società sempre più ingiusta, una società dove c’è una sacca sempre più larga di lavoratori che non si sentono tutelati, che non hanno nessuna certezza e che si trovano dalla sera alla mattina a cambiare gli appalti, dalla sera alla mattina a perdere il posto di lavoro, con grosse conseguenze. Quindi una società con sempre maggiori disuguaglianze».
La gestione del lavoro che viene messa in campo rende un inferno la vita di chi è impiegato a svolgere questi servizi: «Vanno ricreate gradualmente le normali, minime condizioni per questi lavoratori, condizioni di dignità – io parlavo proprio di “dignità” dei lavoratori, perché non è pensabile che un lavoratore possa lavorare a due ore, a tre ore, e spezzarle tra l’ospedale di Sora e l’ospedale di Cassino, spostandosi con la macchina propria, un giorno su un cantiere, un altro giorno su un altro cantiere. Va ricreato il rispetto dei minimi salariali e di un orario di lavoro dignitoso, che possa permettere a una famiglia di sopravvivere – io non dico di “vivere”, ma di “sopravvivere”, perché non è possibile che si lavori con salari e con orari che non permettono il minimo sostentamento della famiglia».
La UGL non si accontenterà della lettera inviata a Zingaretti: «Partiremo nei prossimi giorni con un tour nei vari ospedali, cercando di mettere insieme tutti questi lavoratori, perché riteniamo questa una battaglia giusta. Siamo determinati. Insieme con la collega Rosa Roccatani, che è la responsabile della sanità, stiamo programmando delle assemblee nei vari siti ospedalieri della provincia per coinvolgere questi lavoratori in una battaglia che riteniamo una battaglia su cui non si può fare un passo indietro. Nell’ambito della sanità si continua a sperperare soldi in incarichi legali, una serie di soldi che potrebbero essere utilizzati per ridare un minimo di dignità a questi lavoratori e, di conseguenza, per migliorare anche l’offerta sanitaria».