Inquinamento – Allarme polveri sottili nel capoluogo e a Cassino. I Medici per l’ambiente contro biodigestore ed Arpa

Scatta l’allarme polveri sottili nel capoluogo e a Cassino, dove preoccupano i livelli rilevati. Sull’argomento intervengono anche i Medici per l’ambiente.
“Le polveri sottili continuano ad essere un problema grave per Frosinone. La diminuzione delle giornate di sforamento, che sembrava seguire un trend comune a tutta la Nazione, quest’anno si è arrestata” scrive il dott. Giovambattista Martino, coordinatore Associazione Medici per l’Ambiente Frosinone. I numeri istituzionali dell’ARPA, quelli che devono indicare ed indirizzare i percorsi amministrativi e decisionali, dicono che nel Capoluogo al 3 dicembre del 2022 si registrano 42 giornate di sforamento … sono ammessi per norma 35 giorni di sforamento in un anno oltre i 50 mcg/m3 di media di PM10 nelle 24 ore, anche se per l’OMS il valore limite ammesso è di soli 10 … e anche valori inferiori a 10 non sono esenti dal provocare danni”.
I risvolti sulla salute
“Questi gelidi numeri purtroppo sottendono una problematica devastante a tutti nota: l’aumento dei decessi e delle malattie proporzionale al grado di inquinamento da polveri sottili. Come Medici ribadiamo che l’unica risposta possibile sia la massima riduzione, in ogni ambito, delle emissioni in atmosfera”.
Le proposte
“E’ indispensabile continuare nella direzione amministrativa e comportamentale già intrapresa, anzi amplificarla significativamente: interventi sul traffico, mezzi pubblici, domeniche ecologiche, isole pedonali, mobilità alternativa, piste ciclabili, caldaie, limitazione delle combustioni domestiche, efficientamenti edilizi, piantumazioni idonee e quanto altro possibile nel contenimento delle emissioni inquinanti. Ma ognuno deve fare la propria parte con lealtà e responsabilità: Medici, Amministratori Comunali e Provinciali, ma soprattutto la Regione Lazio cui competono decisioni fondamentali ad altri per ruolo negate”.
No al biodigestore
“Se da una parte, nel piano di risanamento dell’aria prospettato, la Regione ci limita a poche ore la possibilità del carico e scarico delle merci in città ed inasprisce ulteriormente le limitazioni del traffico veicolare, dall’altra, a ridosso della città, ipotizza l’autorizzazione di un biodigestore provvisto di una caldaia a gasolio di 500KW, con emissioni pari a 148 caldaie di appartamento, accesa 24 ore al giorno per tutti i 365 giorni dell’anno, annullando così l’effetto di contenimento delle emissioni ottenuto dalle molte limitazioni imposte ai cittadini di Frosinone”.
L’Arpa
I Medici, poi, si chiedono “perchè l’ARPA non ci permette di conoscere le concentrazioni delle polveri sottili nel momento dei picchi, durante i quali possono concretizzarsi danni in acuto, al tempo stesso impedendo al cittadino di difendersi contro un pericolo imminente. Non a caso si raccomanda a categorie a rischio quali diabetici, insufficienti respiratori, cardiopatici, donne in gravidanza, bambini e pazienti fragili in genere, di non esporsi durante i picchi di elevata concentrazione di PM, gli stessi che l’ARPA però non fornisce. L’ARPA si limita alla media delle 24h comunicata, peraltro, solo il giorno successivo l’evento, a possibile danno già subito dai cittadini. Il 2 dicembre scorso ARPA ha rilevato una concentrazione media delle 24 h di 92mcg/m3 di PM10. Se 92 è stata la media, quale il valore dei picchi e quale il valore dei minimi? in quali ore i picchi? mentre giocavano i bambini? mentre passeggiavano le gravide ed i pazienti fragili? di giorno o di notte? all’entrata o all’uscita della scuola? o durante le ore di lezione?”.
Queste e tante altre sono le domande alle quali i Medici per l’ambiente “attendono risposte utili, non certo proclami di propaganda a ridosso delle elezioni”.