Provincia di Frosinone – L’assemblea dei sindaci dell’Ato 5 delibera sugli oneri concessori ai Comuni. Restano fuori Cassino, Atina e Paliano. Critico il Comitato Acqua Pubblica

L’Assemblea dei Sindaci dell’ATO 5, su proposta del presidente Antonio Pompeo, ha deliberato la ripartizione degli oneri concessori pagati da Acea tra i comuni aderenti.
Restano fuori, almeno per ora, i comuni di Cassino, Atina e Paliano, comuni che, nel periodo 2003-2012 (a cui si riferiscono gli oneri ripartiti) non avevano ancora ceduto gli impianti della rete idrica ad Acea.
Il presidente Pompeo aveva provato ad inserire anche loro nella ripartizione ma la proposta è stata bocciata e rinviata, su proposta del sindaco di Alatri Morini.
E’ ancora polemica sul perché questi fondi siano arrivati con un decennio di ritardo nelle casse dell’EGATO 5 e sul perché, con molti altri mesi di ritardo solo ora stiano arrivando nelle casse dei comuni.
L’associazione Acqua Pubblica Frosinone definisce l’iniziativa EGATO “un’operazione fuorviante che non fa emergere i mancati introiti complessivi degli oneri concessori, che ricordiamo oltre alla quota degli affitti delle infrastrutture di cui si parla, riguardavano la rata annuale per il funzionamento dell STO, quelli dovuti per ripianare i mutui accesi dai Comuni prima dell’avvento di ACEA e quelli per i Consorzi di bonifica, che secondo convenzione ogni anno (dal 2003) il Gestore doveva sborsare, nella cifra di oltre 5,7 milioni di euro”.
La ripartizione degli oneri è, per il presidente Pompeo, “una misura straordinaria per offrire aiuto agli amministratori del territorio e immettere nelle casse dei loro enti liquidità consistente, anche alla luce delle tante necessità sopraggiunte alla ripresa, dopo il lungo periodo di chiusura”.
Erano 63 i Comuni presenti (pari al 77,97%) che con 58 voti favorevoli hanno approvato il provvedimento con il quale si consente lo sblocco degli oneri concessori relativi al periodo 2003-2012 per una somma pari a 7.098.521,92 euro.
La cifra, dunque, sarà ripartita per gli 83 Comuni secondo un criterio che distingue tra una quota fissa per tutti e una parte variabile, in base al numero degli abitanti e, come detto, senza vincolo di destinazione: ciò vuole dire che ogni singola amministrazione potrà utilizzarla per le esigenze che riterrà prioritarie per la propria comunità.
Gli oneri concessori sono l’appannaggio che Acea deve corrispondere ai Comuni in cambio dell’utilizzo degli impianti idrici comunali.