Provincia di Frosinone – Scandalo Agenzia Entrate: tre dipendenti ai domiciliari per corruzione, concussione e truffa. I particolari dell’indagine

Questa mattina, i militari della Compagnia Carabinieri di Frosinone hanno eseguito, presso la Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Frosinone – Ufficio del Territorio, tre Ordinanze di Custodia Cautelare di Arresti Domiciliari, emesse dal G.I.P. del Tribunale di Frosinone, Antonello Bracaglia Morante, su richiesta del P.M. Adolfo Coletta della locale Procura della Repubblica, per i reati di “Concussione in concorso, Corruzione, Truffa Aggravata in concorso e Abuso D’ufficio” con applicazione, per tutti gli arrestati, della interdizione dall’impiego relativo all’esercizio di pubblici uffici per la durata di 12 mesi.
I destinatari delle misure sono stati un 52 di Alatri, responsabile dell’Unità Operativa Servizi Catastali in Front Office e due suoi collaboratori, un 51enne originario di Pico ma residente a Frosinone e un 58enne di Monte S. Giovanni Campano, questi ultimi addetti alla ricezione del pubblico presso il reparto Banche Dati e Servizi Catastali – Front Office.
Le indagini sono partite da voci che evidenziavano un presunto “malvezzo sistema” adottato da alcuni dipendenti dell’ufficio Provinciale del Territorio di Frosinone, consistente nel richiedere per l’istruzione delle pratiche catastali ingiusti compensi in danaro agli utenti.
A luglio 2018 si è aggiunta la denuncia di un geometra di Alatri, vessato e minacciato dai due impiegati i quali screditavano il lavoro svolto dal tecnico escogitando false problematiche che non permettevano la suddivisione e l’accatastamento di un immobile ubicato a Torre Cajetani, per ottenere i quali avrebbe dovuto versare mille euro.
Le successive attività investigative hanno consentito di appurare che l’episodio denunciato non fosse occasionale ma frutto di un consolidato accordo tra i due ed attuato nell’ambito di un collaudato sistema finalizzato ad ottenere illeciti guadagni in denaro od altri beni materiali a danno di liberi professionisti e privati che, per vari motivi, si rivolgevano all’Ufficio del Territorio. I due, si vantavano di riuscire ad imbrogliare le loro vittime definendole “pesce giallo”, da cui ha preso nome l’operazione dei carabinieri.
In alcune circostanze i due si sono serviti intenzionalmente di geometri liberi professionisti, specificatamente prescelti, sia per presenziare nel corso dei finti sopralluoghi, sia per la successiva realizzazione di tutti quegli atti necessari alla materiale presentazione della pratica che avrebbero poi seguito all’interno degli uffici dell’Agenzia delle Entrate, agevolando così una pronta ed immediata approvazione. Incontri e “sopralluoghi” sono avvenuti a Frosinone, Ferentino, Castro dei Volsci, Sgurgola, Alatri, Sora, Arce e Casamari, ma anche in provincia di Latina, a Prossedi, Terracina e Maenza, anche se non pertinente alla giurisdizione del locale Ufficio del Territorio.
Invece, in alcuni casi i due hanno fatto ricorso al loro responsabile di settore che si prodigava personalmente a risolvergli la problematica approvandola personalmente. Alcuni episodi corruttivi sono stati documentati con riprese video fatte con telecamere posizionate in ufficio.
Non è stato possibile quantificare esattamente gli illeciti introiti ottenuti dai tre, ma dalla ricostruzione temporale dei fatti contestati, le somme sborsate dai tecnici sono da ritenersi ingenti.
Nello stesso procedimento, ad oggi sono anche indagati 18 tra liberi professionisti e consulenti, per reati di corruzione e induzione indebita. Inoltre, è indagato anche altro dipendente del Reparto Conservatoria presso l’Agenzia delle Entrate per truffa a danno di privati.
In qualche circostanza, nel corso delle indagini ed a richiesta degli investigatori, il direttore e un dirigente dell’Agenzia delle Entrate del capoluogo ciociaro hanno fornito specifica collaborazione.
Nel corso della mattinata, durante l’apertura degli uffici dell’Agenzia delle Entrate di Frosinone sono state eseguite perquisizioni alle rispettive postazioni degli arrestati, successivamente estese alle loro abitazioni. Le indagini proseguono allo scopo di accertare eventuali responsabilità o connivenze di altri dipendenti e individuare ulteriori vittime.