Cassino – Nell’ufficio postale un giovane usa l’app e gli anziani lo aggrediscono
Sembra un conflitto generazionale quello che si consumato ieri nell’ufficio postale di piazza De Gasperi. Un giovane arriva e, senza ritirare il numero, si presenta allo sportello, passando davanti a tutti quelli che aspettano in coda. I signori col numero non gliela fanno passare liscia e protestano in maniera accesa. Ma il giovane è nel giusto, ha prenotato con la app. «Con che?!» esclamano i pensionati.
La tecnologia, si sa, fatica a farsi strada tra chi non è cresciuto con computer e smartphone. Eppure permette, se ben utilizzata, un notevole miglioramento della qualità della vita. Anche Poste Italiane si è messa al passo con i tempi e ha realizzato l’applicazione chiamata, con uno slancio di fantasia, “Ufficio Postale”. Tra i tanti servizi offerti, c’è anche quello che consente di prenotare il proprio turno allo sportello direttamente da remoto, ovvero senza recarsi in ufficio. Sul display dello smartphone appare l’aggiornamento in tempo reale circa gli utenti in attesa, e ci si può organizzare in modo da presentarsi poco prima che si venga chiamati.
Una grande applicazione, che, abbattendo i tempi di attesa, promette di regalare la serenità. E’ davvero così? Chissà come la pensa il giovane sventurato che ieri mattina ha provato a usarla nell’ufficio centrale di Cassino…
Seguendo la procedura, il ragazzo si è presentato all’ultimo ed è andato di filato allo sportello sul quale lampeggiava il suo numero – numero che aveva registrato sul telefonino. Ma gli anziani in fila, abituati alle prepotenze, attenti a controllare chi arriva prima e chi arriva dopo, realizzano che quel giovanotto finora non si era proprio mai visto. Vuole fare il furbo? Scatta subito la protesta.
Accerchiato dai signori che gli si scagliano contro, inutilmente lo sventurato cerca di spiegare di essere una persona corretta, mostra lo schermo del telefonino, ma sono tutte accortezze inutili. A salvarlo, è dovuto intervenire il personale di Poste Italiane, benché anche per loro non sia stato facile far accettare i vantaggi del progresso.
Alla fine al giovane è stato permesso di sbrigare la sua pratica. La polemica è comunque continuata più in là, tra i posti a sedere. «Ora si sono inventati pure queste “app” per fare i comodi loro» borbottavano gli anziani.