Cassino – Due sorelline affidate dai Servizi Sociali ad una casa-famiglia. Il Comune spiega ma la zia affidataria si rivolge ad un avvocato. Si attende il pronunciamento del Tribunale
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Nei giorni scorsi ha creato scalpore la notizia relativa a due bambine di 8 ed 11 anni affidate dal servizio Sociale del Comune ad una Casa-famiglia e sottratte alla zia che le aveva in affidamento.
La versione del Comune
“Il Comune di Cassino segue attualmente quasi un centinaio di minori per via delle condizioni di disagio, di povertà educativa, di incapacità genitoriale con un lavoro intenso e complesso condotto da professionisti preparati e di lunga esperienza. Solo in alcuni casi, laddove si verifica che all’interno del nucleo familiare non ci siano le condizioni per una crescita educativa, fisica e psicologica normale si ricorre al collocamento all’esterno del nucleo, generalmente una casa-famiglia, a volte un affido intra o extra familiare o anche un’adozione. Provvedimenti stabiliti dal Tribunale per i Minori, nell’ambito di una più ampia progettualità finalizzata alla crescita del minore e al recupero, laddove è possibile, della relazione con il nucleo familiare d’origine”.
Il ruolo del Sindaco
“Come avviene sempre per disposizione di legge, i minori sottratti alla responsabilità genitoriale vengono posti, sempre dal Tribunale, sotto la tutela di Sindaco, il quale poi delega la funzione di tutore ad uno degli assistenti sociali del servizio”.
Gli assistenti sociali
“Esistono tuttavia dei casi nei quali la normativa vigente (art. 403 c.c.) riconosce agli assistenti sociali la facoltà di intervenire d’autorità, allorquando dovessero ravvisare la condizione di grave pericolo per l’integrità fisica e psichica del minore, disponendo il collocamento in luogo sicuro fino a quando non si possa provvedere in modo definitivo alla sua protezione”.
Il caso delle due sorelline
“Si tratta di una eventualità molto rara, per fortuna, ma è quello che è accaduto il 6 aprile scorso a Cassino. Nel momento dell’applicazione del provvedimento, il giudizio degli assistenti sociali è insindacabile salvo conferma o revoca che avverrà ad esclusiva competenza del Tribunale dei Minori di Roma, dal quale aspettiamo il pronunciamento, presumibilmente entro pochi giorni. Gli operatori del Servizio sono in contatto con i responsabili della casa-famiglia che hanno provveduto immediatamente a tutte le esigenze di accudimento per le minori che nel frattempo hanno fatto il tampone e giovedì dovrebbero tornare a scuola.
L’appello
Data la delicatezza della situazione, in attesa del pronunciamento dell’autorità giudiziaria competente, facciamo appello affinché non vengano alimentate polemiche, siano esse spontanee o meramente speculative, che non fanno bene né alle minori in questione né all’intera comunità”.
Ma della vicenda si stanno interessando anche gli avvocati, a cui si è rivolta la zia affidataria, che ritengono non vi siano motivazioni valide alla base del provvedimento ed ora attendono il pronunciamento del Tribunale per i minori, al quale si sono rivolti.